Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/728

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i934: critica letteraria 2229 del Proudhon deteriore, anche nel tono assiomatico e perentorio). NelP« Italia Letteraria» del 21 luglio 1929 lo | stesso Raimondi parla della sua deferente amicizia per Piero Jahier, e delle loro conversazioni: «...mi parla di Proudhon, della sua grandezza e della sua modestia, delPinfluenza che le sue idee hanno esercitato nel mondo moderno, dell’importanza che queste idee hanno assunto in un mondo retto dal lavoro socialmente organizzato, in un mondo dove la coscienza degli uomini si va sempre più evolvendo e perfezionando in nome del lavoro e dei suoi interessi. Proudhon ha fatto un mito, umano e vivente, di questi poveri (!) interessi. In me l’ammirazione per Proudhon è piuttosto sentimentale, d’istinto, come un affetto e un rispetto, che io ho ereditato, che mi sono stati trasmessi nascendo. In Jahier è tutta di intelletto, derivata dallo studio, perciò (!) profondissima»2. Questo signor Giuseppe Raimondi era un discreto poseur con la sua «ammirazione ereditata»; aveva trovato uno dei cento modi di distinguersi nella gioventù letterata odierna; ma da qualche anno non se ne sente più parlare. (Bolognese: collabora con L. Longanesi nell’«Italiano», poi viene violentemente e sprezzantemente diffidato dal Longanesi, «rondista»). Cfr Quaderno 3 (xx), pp. 7-7bis, e Quaderno 1 (xvi), pp. 67bis-68. « % § (35). Scrittori «tecnicamente» cattolici. È notevole la scarsità degli scrittori cattolici in Italia, scarsità che ha una sua ragione d’essere, nel fatto che la religione è staccata dalla vita militante in tutte le sue manifestazioni. S’intende « scrittori » che abbiano una qualche dignità intellettuale e che producano opere d’arte, dramma, poesia, romanzo. Già accennato al Gallarati Scotti per un tratto caratteristico delle Storie dell1 Amor Sacro e dell'Amor Profano \ che ha una sua dignità artistica ma che puzza di modernismo. Paolo Arcari (più noto come scrittore di saggi letterari e politici, del resto già direttore della rivista liberale «L’azione liberale» di Milano, ma che ha scritto qualche