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1576 QUADERNO 13 (XXX) urbano? I fisiocratici rappresentano la rottura col mercantilismo e col regime delle corporazioni e sono una fase per giungere all’economia classica, ma mi pare appunto per ciò che essi rappresentino una società avvenire ben più complessa di quella contro cui combattono e anche di quella che risulta immediatamente dalle loro affermazioni: il loro linguaggio è troppo legato al tempo ed esprime il contrasto | 7 immediato tra città e campagna, ma lascia prevedere un allargamento del capitalismo all’agricoltura. La formula del lasciar fare lasciar passare, cioè della libertà industriale e d'iniziativa, non è certo legata a interessi agrari. » Cfr Quaderno 1 (xvi), pp. 4 - 4bis; Quaderno 8 (xxvm), pp. 3^bis - 36, 25 bis. § {14 ). Altro punto da fissare e da svolgere è quello della « doppia prospettiva » nell’azione politica e nella vita statale. Vari gradi in cui può presentarsi la doppia prospettiva, dai più elementari ai più complessi, ma che possono ridursi teoricamente a due gradi fondamentali, corrispondenti alla doppia natura del Centauro machiavellico, ferina ed umana, della forza e del consenso, delPautorità e dell’egemonia, della violenza e della civiltà, del momento individuale e di quello universale (della «Chiesa» e dello «Stato»)1, dell’agitazione e della propaganda, della tattica e della strategia ecc. Alcuni hanno ridotto la teoria della « doppia prospettiva » a qualcosa di meschino e di banale, a niente altro cioè che a due forme di «immediatezza» che si succedono meccanicamente nel tempo con maggiore o minore « prossimità». Può invece avvenire che quanto più la prima «prospettiva» è «immediatissima», elementarissima, tanto più la seconda debba essere «lontana» (non nel tempo, ma come rapporto dialettico) complessa, elevata, cioè può avvenire come nella vita umana, che quanto più un individuo è costretto a difendere la propria esistenza fisica immediata, tanto più sostiene e si pone dal punto di vista di tutti i complessi e più elevati valori della civiltà e dell’umanità. Cfr Quaderno 8 (xxvm), p. 28 bis.