Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, III.djvu/778

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i). Davide Lazzaretti. In un articolo pubblicato dalla «Fiera Letteraria» del 26 agosto 1928, Domenico Bulferetti ricorda alcuni elementi della vita e della formazione culturale di Davide Lazzaretti. Bibliografia: Andrea Verga, Davide Lazzaretti e la pazzia sensoria (Milano, Re- chiedei, 1880); Cesare Lombroso, Pazzi e anormali (questo era il costume culturale del tempo: invece di studiare le origini di un avvenimento collettivo, e le ragioni del suo diffondersi, del suo essere collettivo, si isolava il protagonista e ci si limitava a farne la biografia patologica, troppo spesso prendendo le mosse da motivi non accertati o interpretabili in modo diverso: per una élite sociale, gli elementi dei gruppi subalterni hanno sempre alcunché'di barbarico e di patologico). Una Storia di David Lazzaretti, Profeta di Arcidos- so fu pubblicata a Siena nel 1905 da uno dei più distinti discepoli del Lazzaretti, Fex-frate filippino Filippo Imperiuz- zi: altre scritture apologetiche esistono, ma questa è la più notevole, secondo il Bulferetti. Ma Topera «fondamentale» sul Lazzaretti è quella di Giacomo Barzellotti, che nella ia e 2a edizione (presso Zanichelli) era intitolata Davide Lazzaretti e che fu ampliata e in parte modificata nelle successive edizioni (Treves) col titolo Monte Amiata e il suo Profeta \ Il Bulferetti crede che il Barzellotti abbia sostenuto che le cause del movimento lazzarettista sono «tutte particolari e dovute solo allo stato d'animo e di coltura di quella gente là» solo «un po’ per naturale amore ai bei luoghi nativi (!) e un po’ per suggestione delle teorie di Ippolito Tai- ne ». È più ovvio pensare, invece, che il libro del Barzellotti, che ha servito a formare Popinione pubblica italiana sul Lazzaretti, sia niente altro che una manifestazione di pa¬