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2 Lo sviluppo di un pianeta

ne diverrebbe quello di una massa sferica convertita in altra che abbia forma di un uovo, coll’asse più lungo dell’uovo diretto verso l’origine dell’attrazione.

Nebulose e loro classificazione.

Prima di applicare queste considerazioni all’avvicinamento di stelle, l’una coll’altra, si manifesta la necessità di scrutare i cieli per vedere quale informazione essi abbiano a fornirci circa la formazione di mondi progredienti. Non è possibile entro i limiti dell’osservazione umana di aver giammai veduto un qualche fenomeno stellare che possa essere identificato positivamente come uno stadio nella formazione di un sistema solare. Ma tra i cento milioni di oggetti brillanti visibili nell’universo, egli è probabile che tutti gli stadi preliminari siano rappresentati, ed egli è possibile che in qualcuno dei fenomeni dei quali siamo stati periodicamente testimoni tra quelli, la reale nascita di un sistema solare, che sta eventualmente per essere risolto in un sole ed in pianeti, possa essere stata compresa. Nel cielo vi sono 500,000 nebulose visibili. Queste apparizioni brillanti, in molti casi di un’estensione infinitamente grande, sono tenute in conto, in assenza di qualche ipotesi migliore, di materia prima dei mondi.

Esse sono di due sorta. Quando la luce proveniente da un qualche oggetto luminoso — come un attizzatoio portato al calor rosso, una fiamma di candela, la combustione del magnesio, il sole, una stella, una nebulosa — è fatta passare attraverso ad un prisma, la luce viene suddivisa e dispersa longitudinalmente.

Se la sorgente di luce è un solido incandescente, come il sole, la luce venendo attraverso al prisma è dispersa in una striscia continua di arcobaleno. Essa forma uno spettro continuo. Tuttavia se la sorgente di luce è semplicemente un gaz brillante, allora la striscia d’arcobaleno sullo schermo è accresciuta da