Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/301

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II ALTRI INTERMEZZI Il prologo. Imeneo, giovane bello, vestito di panni bianchi fregiati d’oro, con coturni rossi fregiati d’oro, capillatura bionda e crespa, nella sinistra mano una facella accesa; a traverso, cioè dalla spalla si- nistra al fianco destro, una banda di zendado cremisino fregiato d’oro, larga un palmo e lunga tre braccia; in capo una ghirlanda di fiori. Questi sará portato da una nuvola fin al pian della scena, e, quivi posatolo, tornerá essa al cielo, e egli, finito il prologo, partirá, entrando per una delle vie destinate per gli istrioni. Primo intramezzo. Sorgerá da una parte del cielo il carro del sole cinto di raggi, guidato da Fetonte, co’cavalli sfrenati, e, quando sará comparso tutto, si scuoterá la terra e n’uscirá una donna ignuda e arsiccia, ma di lei non si vegga se non dal petto in su, con una corona torreggiata in capo, la quale donna dica alcuni pochi versi: Se pur è tuo voler, Giove, e mia colpa ch’incenerisca ed arda, perché a ferirmi la tua fiamma è tarda? se di me non ti cale, movati il proprio male: ecco, giá fuma il tuo celeste seggio e, se piú tardi, i’ veggio arso il cielo e la terra e ’l mar profondo, tornar confusa e cieca mole il mondo.