Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/135

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che sappiate come a Pietroburgo catturassero un giovane poeta, e gli apponessero accusa suprema, la quale era di avere composto non so che canzone in contumelia dello czar Niccolò I, dove alla spiattellata lo chiamava: "figlio di un cane!" E’ pare, che in Russia sia cotesta una figura rettorica. Il temerario poeta stava per capitare male, quando preso da sdegno, che lo supponessero di tanta enormezza capace, chiarì il giudice, come l’oltraggio non si appropriasse punto al czar, bensì a Dio! — Oh! allora è un altro paro di maniche, disse il giudice; ed esaminata la scusa, e conosciutala vera, la menò buona al poeta58! E qui ti lascio, o Russia, imperciocchè borea soffiasse sempre agli Asini nemico, e fino dai tempi remotissimi, come esporrò in seguito, se a taluno di noi prese desio di visitare le tue lande, vi rinvenisse l’ospitalità, che la Tauride apprestava ad Oreste, il figlio di Agammennone; pertanto io torno alle terre del sole per confortarmi le membra assiderate. Eccomi a Cambo, a piè dei Pirenei: qui mentre io me ne vado a zonzo un passo dopo l’altro per un cammino vicinale, scorgo venirmi incontro una femmina