Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/230

Da Wikisource.
226

quale la Pazienza, scrollate le spalle indolenzite, disse: — basta! — e per questa volta vi so ben dire, che la pagarono cara, avvegnadio l’offensore si addormenti sul seno della Superbia, mentre l’offeso chiama il Rancore a tenergli i libri della ragione, ed ogni giorno le fa tirare il conto di sorte e interessi... capitale di vendetta! interessi di sangue!

Più lunga orazione desidera da noi l’Asino di Verona. Dopo che Gesù Cristo ebbe fatto l’ingresso trionfale in Gerusalemme, è fama benedicesse l’Asino che cavalcò, dandogli licenza di ridursi a vivere in qual parte meglio gli talentasse. L’Asino in prima, come ogni Asino dabbene costuma, visitò la Palestina che gli fu Patria, e poi ebbe vaghezza di peregrinare in terre straniere. Nello zaino non portava altro viatico che la facoltà di operare miracoli, e non vi paia poco; quindi percosso dello zoccolo il mare gli disse: — diventa sodo! — e il mare eccolo diventar duro più dello zoccolo, che lo aveva battuto. Allora si condusse a Rodi, salutò Candia, si rinfrescò la bocca con un arancio colto di su l’arbore a Malta, vide fumare l’Etna in Sicilia, e corruscare per la notte Stromboli, e le Isole minori; poi bel bello costeggiando le terre, che furono più tardi felicitate dal papa Pio IX e dal re Ferdinando II. pel golfo Adriatico giunse a Venezia; vale a dire nei luo-