Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/208

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Olao da Rudbeck, ma il Gibbon301 vuole, che la si mandi in quarantina; io all’opposto la do per vinta, perchè so che il Gibbon era eretico e non credeva nulla se non con le prove in mano, segnatamente poi le cose della religione romana, che noi tutti abbiamo potuto conoscere adesso se meritassero conferma o se le dovessero credersi a chiusi gli occhi. Io lessi su i giornali, credo sul Monitore Toscano (diario della mia predilezione dal 1849 in poi) che certa buona femmina nella terra di Liegi aveva fatto lieto (nel mondo bisognava dire lieto) il consorte di ventiquattro figliuole donatigli a tre a tre per ogni parto: ma queste le sono proprio bagattelle a petto della dama Pascal, la quale, essendo arrivata piena di meriti presso a Dio, ed hassi a credere presso gli uomini altresì, all’ottantesimo anno di sua vita, avvisatasi di compilare il censo della sua figliuolanza trovò avere avuto millequattrocentosessantanove nipoti, di cui mille morti302.

Una famiglia di Arles faceva per impresa, con reverenza parlando, una Troia, ed era dei Porcelets, famosa eziandio un giorno in Italia, ai dì miei ignota affatto o mal nota dagli italiani di virtù patrie non sinceri amatori; imperciocchè dei Porcelets si chiamasse il barone, che unico per la bontà sua fu risparmiato dai Vespri Siciliani. Ah! perchè il popolo soffre un secolo, si vendica un