Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/253

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razione di uomini. Quando Ottavio mosse contra Marcantonio, certo romano con industria sciagurata insegnò ad un Corvo le parole: — Salute, Ottavio, capitano invitto! — e ad un altro: — Salute, Antonio, capitano invitto! — Così il valentuomo stavasi apparecchiato a tutto. Ottavio vinse e quando venne trionfante a passare dinanzi alla casa di costui, dal Corvo che egli teneva sul pugno fu lietamente salutato. Sorrise blando il nuovo sire, e seco stesso pensò: veramente amico nostro è questi, imperciocchè anche durante la dubbiosa fortuna patteggiasse per me. E già stavano le Oche per menare a bere i Paperi, allorchè l’altro Corvo udendo di casa le prodezze del fratel suo, punto da gara di onore ecco balza sul davanzale della finestra ed a sua posta si mette a gracchiare: — Salute, Antonio, capitano invitto! — Il riso a mezzo del tiranno si mutò in baleno degli sguardi truci e facendo fiaccare il collo all’adulatore in un filo di paglia, fu cagione della morte dei Corvi, avvegnadio rientrato costui pieno d’izza in casa, pigliasse entrambi pei geti e sbattutili quattro volte e sei di contro alla parete gli sfracellasse355.

Fammi grazia di sentire quest’altra, che vale California con l’Australia per giunta. Il Cardinale Farnese nel suo palazzo di Roma fra gli altri famigliari faceva le spese ad un Corvo: un dì avvenne che, mentre il car-