Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/51

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cellosissimaira, orrevole di manto pontificio con la barella di terra nelle mani, morto di scarmana all’assedio della Mirandola ci desta un cotal senso addosso, che se non è ribrezzo, molto gli si avvicina: uffici non paionci cotesti di sommo sacerdote, nè sono, e di leggieri pendiamo a credere ch’egli facesse quel tramestio non per zelo di religione e nè manco per amore di Patria, bensì portato da calida natura di cui lo appunta lo storico Guicciardino, eccitata eziandio dal bere soverchio; onde Luigi XII, nonostantechè cristianissimo si fosse, soleva chiamarlo spiattellatamente papa briaco.

— Pertanto io opino che a buon diritto il papa possa, anzi credo che debba praticare la dottrina, della quale fece professione Pio IX in cotesta sua famosa enciclica dello aprile 1848, dacchè essendo padre di tutti i fedeli non può spingere una parte in esterminio dell’altra; come vicario di Cristo egli deve abborrire dalla effusione del sangue cristiano: e va bene.

Ma va troppo meglio quest’altro. Perchè il papa eserciti dirittamente il solenne ministero bisogna che si sceveri da qualunque mistura terrena; rimanendo, com’egli faceva, intricato con gl’interessi mondani cotesto partito compariva assurdo e non sincero. Insomma egli era pur forza che il papa, come principe temporale, significasse in qual modo