Pagina:Guerrini - Brani di vita.djvu/390

Da Wikisource.
380 Brani di vita

letto oppone alle intraprese del sanfedismo rinato. Ma solo quel sonetto feci e solo di quello intendo e voglio rispondere. La querela complessiva sarà comoda e forse utile perchè, fra tanti, qualcuno, in caso di condanna, pagherà (ecco il solito tasto!); ma io dichiaro e protesto di non volere e di non poter rispondere in faccia ai miei Giudici di altro che di quel sonetto, nè più, nè meno, e dopo quel che ora ho dichiarato e protestato, credo e chiedo che la Legge mi assista.

Ho rotto il filo della narrazione, ma il chiarire e fissare fin dove giunga e dove si fermi la responsabilità mia, era necessario. Ora lo riprendo.

Sotto queste impressioni, invece di scrivere, lessi. Questo centenario di S. Pier Damiano, mi aveva colpito come una prova di più delle arti mondane che i clericali hanno adottato per facilitare il ritorno ai tempi di Papa Gregorio. Fino i centenari copiano dal carnevalismo italico! Ma nella copia c’è però sempre una nota originale: la questua.

E, poichè non vivo tra i libri come il cane che custodisce il gregge senza toccarlo, aprii le opere del mio santo compatriota e ne decifrai l’aspro latino. Ci trovai un’anima lignea di frate indurito nelle penitenze e che porta la ruvidezza e la durezza ne’ suoi contatti col mondo. Fino dalle sue prime lettere, e scrive a Papa Leone IX, non invoca i tribunali, ma Dio, contro i suoi accusatori. “Non ergo