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58 un piccolo segreto

fantasie. In realtà egli amava quel suo vecchio studio affacciato sui tetti delle case vetuste, alto e silenzioso sulla città piena di fragori, tutto echeggiante a quando a quando dello squillo lento e profondo d’una vicina campana ondeggiante al sommo d’un campanile fraterno.

Ma un giorno la piccola famiglia del terzo piano ereditò all’improvviso da un parente dimenticato alcuni beni immobili ed accingendosi a prendere possesso della sua proprietà avvertì immediatamente la signora Fares che lasciava libero il suo alloggetto. La vecchia, malaticcia ed abitudinaria, ne fu desolata, ma una indicibile gioia riempì il cuore della giovine vedova e subito ella risolvette di correre da Franco per parlargli di questa inattesa fortuna.

Ella v’era stata il giorno innanzi e l’amico non l’attendeva, ma tuttavia ella non esitò a porre in opera il suo proposito tanto viva era l’impazienza e tanto grande la felicità che l’animava. Trovò per sua madre un pretesto qualsiasi e salita in una vettura di piazza si fece portare senza indugio allo studio di Franco. Non le era occorso mai in un anno d’amore di salire così rapidamente e senza fatica quei centoquindici scalini e di giungere così ansante e così gioiosa presso quella porta.

Toccò leggermente il campanello e un