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Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/81

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l’immagine e il ricordo 71

fondeva, finchè un giorno m’avvidi che più nulla della cara immagine v’appariva. E ne fui disperato come se soltanto allora ella mi fosse lontana completamente e senza speranza perduta. Mi domandai per qualche tempo perchè ella avesse voluto impormi questa ultima tristezza e se veramente ella ne fosse consapevole quando fui tentato di togliere la fotografia dalla cornice nella incerta speranza di scoprire così il suo segreto. Sapevo di mancare ad una promessa, ma non mi trattenni e fatti saltare i piccoli chiodi, liberato dalla sua custodia quel foglietto di carta ormai inutile, vi trovai scritto dalla mano della mia perduta amica queste parole: «Durerà più l’immagine o il ricordo?».

E solo allora compresi perchè ella mi avesse impedito di scriverle. Scrivere significava far rivivere invano il passato, e questo era pericoloso; concedere un ritratto era innocuo: bastava saperlo distruggere a tempo.

Ma ella stessa, la piccola anima ingenua della creola, aveva potuto immaginare una soluzione così scaltra, così abilmente europea? Non lo credetti mai e penso oggi ancora che la prudente consolessa dopo aver colta sulla lastra la figuretta leggiadra della sua amica l’abbia poi fissata sulla carta quel tanto che bastasse ad illudere un povero innamorato lontano finchè il ricordo e l’amore durassero. Ed ella medesima forse le aveva suggerito la