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uggì.
IV.
Ed io mi seggo sopra i suoi gradini, come raccolta presso i piè di un’ava.
Narro sommessa: – Ieri io trascinava il mio mal per insoliti cammini, a piedi nudi, sotto i più turchini cieli, su sabbia calda come lava, rendendo quasi l’anima mia cava per accogliervi i suoni più divini.
Cantava il mar con lunghe voci a me su l’onda rotta in pallide corone che va e che viene e non si sa il perchè.
Più spesso m’esortava aspro: – A che mai tu scruti la mia immane passïone e quella breve del tuo cuor non