Pagina:Guglielmo Bertagnolli, Il primo processo delle streghe in Val di Non.djvu/25

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al verbalista che la vecchia fu udita a borbottare fra sè: Se ho da morir mi voi che ne mora anco delle altre.

Esasperata dai tormenti, l’anima sua, retta fin’ allora, medita una vendetta sull’umanità che la ha perseguitata, straziata, che la ucciderà ignominiosamente fra breve, lei innocente.

E la vendetta ha un corso drammatico; l’idea della vecchia ravviva d’una luce fosca tutte le ultime tenebre del processo.

Condotta davanti al Commissario aspetta che le si facciano le solite pressioni:

«Pillona è hora che diciate la verità sopra le mie domande che altre volte vi ho fatte».

«Signor, son disposta hora de dirve la verità et ge ho pensato alle osservazioni che V. S. m’ha fatto più volte» — E confessa di essere una stria, non sa se per esser nassuta sotto a tal pianeta o perchè il Salvanel le abbia storta la treccia così, che le sfuggì dalle mani e si arruffò in modo che non le fu possibile di domarla col pettine. E da quel tempo non ebbe più ventura. Racconta poi aver avuto commercio carnale col detto salvanel già mentre viveva il di lei marito, sempre di notte, così che non lo potè mai vedere. E’ dunque strega da 25 anni e più. Non sa definire il Salvanel che come un diavolo, peloso, che entrava dalla fenestra, aveva dimensioni umane e usava umanamente con lei, (che lo chiamò una volta: tentazione!) Rimessa alla tortura, perchè afferma d’aver finito, continua raccontando d’aver imparata l’arte malefica dalla fu Barbara del Simon dalla Tor, donna di costumi corrotti, la quale faceva «peverado di orbage, perzemoli, salviole e salvia» per rubare dal Zuppon i denari a chi dopo averne mangiato si fosse addormentato.

Il Salvanel aveva altre putte, cioè, fra l’altre, una tal Catarina del Tomè Fator da Romeno; segue la descrizione più esatta del Salvanel: ha forma di cane o di gatto, ma quando usa con lei è un cane; come tale la venne a trovare anche in prigione nel Castello e nel revoltello. Non confessò mai tal relazione perchè credeva che non fosse peccato.1



  1. Qui appare che il Salvanello era presso il popolo la personificazione del sogno voluttuoso, null’altro. Su questa figura mitica, la più popolare nelle nostre leggende, si veda una mia noticina sull’òm dal luminot nel fasc. V della Pro Cultura, anno I. Oltre a ciò, per chi s’interessi, sarà utile il dare un’occhiata ai diversi accenni al Salvanel occorrenti nella letteratura vernacola nostrana. (Scaramuzza: L’om pelos ecc., vedi: ''Poesie e Poeti de Val de Non''. Vol. I e II.)