Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/177

Da Wikisource.

consolatoria 171

passione o dalla affezione di chi si duole, né ha fondamento di interesse o di cagione che ogni dí ti gravi o si faccia risentire, si viene facilmente scancellando da se medesimo. E però dico di nuovo che da altro nasce el punto del tuo dolore, che da essere privato di quelle cose le quali sapevi che erano aliene, non potevano essere perpetue, ed el tempo del perderle poteva nascere a ogni ora.

Consiste adunche el fondamento del dispiacere tuo dalla infamia ed odio che ti pare avere contratto apresso a’ tuoi cittadini, e da essere ridotto in grado inferiore di gran lunga, non dico a quello che agli anni passati avevi avuto, ma a quello che hanno e’ pari tuoi nella patria tua; perché ti senti percosso in quello tesoro che stimavi quanto la vita, in quelle cose che ti pareva che fussino proprie tue e dovessino essere perpetue. Dove el fondamento della consolazione mia consisterá in questo, che quello che sia che queste che tu chiami calamitá abbino a durare lungamente o no, ti debbe essere assai e bastarti el sapere tu e cognoscere che quelle colpe e peccati che ti sono imputati sono falsi, e ne sei innocentissimo, ed hai la conscienzia purgatissima. Perché ed in questa guerra ed in tutti e’ maneggi che tu hai avuti, la veritá è che sei stato integerrimo de’ danari publici e privati, e che di te si può dire gagliardamente quello che scrisse Tucidide di Pericle, che e’ fu sanza dubio incorrotto dalla pecunia, anzi non fu mai uomo che con maggiore diligenzia, con maggiore parsimonia e con maggiore ardore si affaticassi perché non si spendessino inutilmente; e quello che in questa parte ti raddoppia la laude è che non solo e’ maneggi tuoi sono stati lunghi e grandissimi, ma v’hai avuto la briglia larghissima, perché sono stati totalmente commessi alla fede tua, né mai te ne è stato riveduto conto, in modo che piú che a altri ti si convengono quelle parole ch Paulo: qui potuit facere et non fecit, qui potuit transgredi et non est transgressus.

Manco si accosta alla veritá che tu abbi permesso e’ danni fatti nel nostro dominio, ne’ quali non hai colpa né di voluntá né di negligenzia, anzi per el contrario ti sei affaticato