Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/271

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serie prima 265

e se bene ti levi quello inimico e quello ostaculo, non però se ne spegne el seme, cum sit che in luogo di quello sottentrano degli altri, e spesso interviene, come si dice della idra, che per ognuno ne nasce sette.

121. Ricordatevi di quello che altra volta ho detto, che questi ricordi non s’hanno a osservare indistintamente, ma in qualche caso particulare che ha ragione diversa, non sono buoni; e quali siano questi casi non si può comprendere con regola alcuna, né si truova libro che lo insegni, ma è necessario che questo lume ti dia prima la natura e poi la esperienzia.

122. Tengo per certo che in nessuno grado o autoritá si ricerca piú prudenzia e qualitá eccellente che in uno capitano di uno esercito, perché sono infinite le cose a che ha a provedere e comandare, infiniti gli accidenti e casi vari che d’ora in ora se gli presentano, in modo che veramente bisogna che abbia piú che gli occhi di Argo; né solo per la importanza sua ma ancora per la prudenzia che gli bisogna, reputo io che a comparazione di questo ogni altro peso sia leggiere.

123. Chi disse uno populo disse veramente uno pazzo; perché è uno monstro pieno di confusione e di errori, e le sue vane opinione sono tanto lontane dalla veritá, quanto è, secondo Ptolomeo, la Spagna dalla India.

124. Io ho sempre desiderato naturalmente la ruina dello stato ecclesiastico, e la fortuna ha voluto che sono stati dua pontefici tali, che sono stato sforzato desiderare ed affaticarmi per la grandezza loro; se non fussi questo rispetto, amerei piú Martino Luther che me medesimo, perché spererei che la sua setta potessi ruinare o almanco tarpare le ale a questa scelerata tirannide de’ preti.

125. È differenzia da essere animoso, a non fuggire e’ pericoli per rispetto dell’onore. L’uno e l’altro cognosce