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serie seconda 299

bene gli uomini l’arte de l’offendere, ora procede dall’avere bene l’arte del difendere.

65. Chi chiamò e’ carriaggi «impedimenti», non poteva dire meglio; chi messe in proverbio «gli è piú fatica a muovere uno campo, che a fare la tale cosa», disse benissimo; perché è cosa quasi infinita accozzare in uno campo tante cose che abbia el moto suo.

66. Non crediate a costoro che predicano sí efficacemente la libertá, perché quasi tutti, anzi non è forse nessuno che non abbia l’obietto agli interessi peculiari, e la esperienzia mostra spesso, ed è certissimo, che se credessimo trovare in uno stato stretto migliore condizione, vi correrebbono per le poste.

67. Non è faccenda o amministrazione del mondo nella quale bisogni piú virtú che in uno capitano di eserciti, sí per la importanza del caso, come perché bisogna che pensi e ponga ordine a infinite cose e variissime; in modo è necessario e prevegga assai da discosto e sappia riparare subito.

68. La neutralitá nelle guerre d’altri è buona a chi è potente in modo che non ha da temere di quello di loro che resterá superiore; perché si conserva senza travaglio, e può sperare guadagno de’ disordini d’altri; fuora di questo è inconsiderata e dannosa, perché si resta in preda del vincitore e del vinto. E piggiore di tutte è quella che si fa non per giudicio, ma per irresoluzione, cioè quando non si risolvendo se vuoi essere neutrale o no, ti governi in modo che non satisfai anche a chi per allora si contenterebbe che tu lo assicurassi di essere neutrale. Ed in questa ultima spezie caggiono piú le republiche che e’ príncipi, perché procede molte volte da essere divisi quelli che hanno a deliberare; in modo che consigliando l’uno questo, l’altro quello, non se ne accordano mai tanti insieme che bastino a fare deliberare piú l’una opinione che l’altra; e questo fu proprio lo stato del ’12.