Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/329

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serie seconda 323

per imbasciadori el Carduccio in Francia, el Gualterotto a Vinegia, messer Bardo a Siena, e messer Galetto Giugni a Ferrara.

172. Furono ordinati e’ príncipi non per interesse proprio, ma per beneficio commune, e gli furono date le entrate e le utilitá, perché le distribuissi a conservazione del dominio e de’ sudditi; e però in lui è piú detestabile la parsimonia che in uno privato, perché accumulando piú che el debito appropria a sé solo quello di che è stato fatto, a parlare propriamente, non padrone ma esattore e dispensatore a beneficio di molti.

173. Piú detestabile e piú pernizioso è in uno principe la prodigalitá che la parsimonia, perché non potendo quella essere sanza tôrre a molti, è piú ingiurioso a’ sudditi el tôrre che el non dare; e nondimeno pare che a’ popoli piaccia piú el principe prodigo che lo avaro. La ragione è che ancora che pochi siano quegli a chi dá el prodigo a comparazione di coloro a chi toglie, che di necessitá sono molti, pure, come è detto altre volte, può tanto piú negli uomini la speranza che el timore, che facilmente si spera essere piú presto di quegli pochi a chi è dato, che di quegli molti a chi è tolto.

174. Fate ogni cosa per intrattenervi bene co’ principi e con gli stati che reggono; perché ancora che siate innocenti, abbiate condizioni quiete ed ordinate, e siate disposti di non vi travagliare, nondimeno a ogn’ora vengono cose per le quali di necessitá vi bisogna capitare alle mani di chi governa; sanza che, la opinione di non essere accetti vi offende in infiniti modi.

175. Uno governatore di popoli, cioè magistrato, debbe guardarsi quanto può di non mostrare odio con alcuno, né di pigliare vendetta di dispiacere che gli sia fatto, perché gli dá troppo carico adoperare el braccio publico contro alle