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Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/238

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la maggiore parte non era in Firenze, mandorono a dire a’ capitani che cassassino gli assenti e traessino gli scambi; e cosi ubbidito e ragunati e’ collegi, non si vincendo la provisione, comandorono loro non useissino di quivi insino a tanto l’avessino vinta, in modo che e’ furono necessitati al venderle; ed in pochi di si venderono e vennesene in sul danaio. Posesi intanto un certo accatto a’ cittadini piú ricchi, e perché molti non pagavano, la signoria comandò loro pagassino sotto pena di rapresentarsi al bargello: e cosi si riscosse la somma intera, non avendo e’ signori alcuno rispetto a’ parenti ed amici loro. F cosi riscaldavano con ogni vivacitá le provisione della cittá, la quale ebbe sorte avere in quello tempo, si può dire per capo suo, uno simile a Alamanno, che era di natura viva libera e calda, e che aiutava el bene sanza rispetto alcuno, e da piacergli piú e’ rimedi vivi e forti che altrimenti, come allora richiedevano e’ bisogni publici, ne’ quali era pericolosa ogni dilazione; in modo che se el timone fussi stato in inano di qualche uomo che fussi proceduto adagio e con rispetti, ancora che fussi stato uomo prudente, era pericolo che la cittá non gli perissi sotto.

Intanto ci furono avisi di Francia, come el re ne veniva a dirittura in Italia con animo prontissimo di salvare noi ed abattere gli avversari e molto male disposto in verso el papa e Valentino; e giá le gente franzese erano arrivate in su’ terreni nostri ed adiritte a Montevarchi, dove el campo nostro faceva capo. Per la venuta delle quali, sendo gente bellissime, era molto alleviata la cittá, con tutto che ci fussi una ditfícultá grandissima di avere a provedere a vettovaglie, delle quali e’ franzesi logorano e straziano assai, e se ve ne fussi stato mancamento, era pericolo che, sendo uomini bestiali ed impazienti, non si disordinassi ogni cosa; pure con una volontá ardente si vincevano tutte le diftícultá. Fra intanto el re venuto in Asti, e quivi trovati nuovi oratori nostri messer Francesco Gualterotti e Luigi dalla Stufa, co’ quali si congiunse a visitare el re Piero Soderini, e raccolto allegramente dalla maestá sua, e discorrendo e’ fatti nostri, gli