Pagina:Guida della montagna pistoiese 1878.djvu/25

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cenni storici sulla montagna 15

cito di Papa Urbano VII venne da Bologna tentando di sorprender Pistoia. I conti Guidi, le repubbliche di Pistoia e di Firenze; i Cancellieri ed i Panciatichi; i Lucchesi; i Pisani; l'Antelminelli e Filippo Tedici; Cosimo dei Medici; Imperatori e Papi si tesero insidie fra questi monti; e da ogni lafo d’Italia per incutere ai popoli obbedienza e timore con saccheggi ed arsioni, non lasciarono dietro sé che miseria, desolazione e spavento. Per tal continuo pas-, saggio questi vertici e queste valli ebbero sempre grandiose vie, come la via Cassia che volgevasi a Modena, e fors’anco la via Aurelia e la via Clodia. Nel medio evo per la frequenza dei passeggieri vi furono eretti spedali: uno dei quali fino dal secolo VIII da Sant’Anselmo, cognato del re Astolfo Longobardo, lungo la strada che dall’Alpe alla Croce sopra Cutigliano, guidava a Fanano, e dove lo stesso santo fondò il primo monastero Nonantolano. Vi ebbero e vi diedero ospizio altri monaci: in prima i Benedettini, poi i Vallombrosani alla Badia di Fontana Taona: i Templari presso Prunetta alla Croce Brandegliana; e gli Eremitani sulla Limentra, in luogo detto Spedaletto, sulla via carreggiabile da Pistoia a Bologna. Dobbiamo notare perfino che fu su questa montagna dove può dirsi si decidesse (per diversi intenti) con le armi, della caduta delle due più illustri italiane repubbliche, della Romana con la morte di Catilina; della Fiorentina con quella del Ferruccio.