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78 tommasina guidi.


— Cecilia Rigotti? come c’entra essa?... ma Paolina!

Paolina aveva rotta la diga, e la sua collera precipitava con l’impeto d’una fiumana. Piegata verso suo marito che sempre seduto teneva la penna sospesa sopra un foglio, proseguì accesa in viso, scintillante negli occhi:

— Credi ch’io non t’abbia compreso? tu pensi di favorire Cecilia Rigotti, che ieri, oggi stesso, parlava delle sue miserie volgendo verso di te quello sguardo che io pavento, sguardo cattivo... maligno, sguardo che mi riconduce al pensiero...

— Che cosa? interruppe Zaeli, attento e pacato.

— I giorni antichi. Ah, tu non sai il martirio del mio povero cuore.

— In verità, Paolina, io non riesco a capire.

— Egli è un segreto! — proruppe di nuovo la giovane che si premeva le mani sul cuore. — Ma il triste momento è venuto per me. Se tu sapessi il mio dolore, Zaeli, se tu sapessi quanto ho combattuto!

Zaeli lasciò cadere la penna, prese una mano di sua moglie e l’attirò dolcemente.