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CXXXVIII
Al capitano Baldo Baldeschi
contro la vita militare.
Le gemme sono in pregio a maraviglia,
perch’han virtú con la vaghezza unita.
Il tuo bel Pietro a tai pietre assimigiia,
ch’ognun per bello e virtuoso addita.
Ma, si, Baldin mio car, mal si consiglia
chi, qual te, mette in suo poter la vita;
perché ha l’alma piú dura e ’l cuor piú saldo
del rubin, del diamante e del smeraldo.
CXXXIX
Al medesimo.
L’incuora a fuggire gli amorosi inganni.
lo non vi vedrò mai gioioso e baldo,
mentre d’intorno agli amorosi inganni,
sopportando in un tempo freddo e caldo,
il cuor tenete a bada e i miglior anni.
Mi resi anch’io, né fui di voi piú saldo;
ma, saggio ornai dopo infiniti danni,
meco vi chiamo, e sia nostro trastullo
Apollo e Marte e non un vii fanciullo.
CXL
Agli accademici Atomi di Perugia.
(circa il 1546)
S’un assiduo picchiar d’un piccol rio
apre ’l duro terren e rode ’l sasso,
se sfrenato cavai non fa restio
a mezzo il corso un intricato passo,
se d’onor lieto e fervido disio
tacito non può starsi in loco basso,
vedrò l’atomo al ciel alzarsi, come
ora timido giace e senza nome.