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BARRIERA DEL PONTE ALLE MOSSE. 361

Brozzi. - Villa e Fattoria Orsini. — Fin dal XIV secolo era casa da signore della famiglia Lamberteschi potentissima un giorno e che in Firenze dette nome alla strada dov’ebbe palazzo e case. Però ai primi del secolo successivo i Lamberteschi erano assai decaduti dall’antica fortuna e uno dopo l’altro videro sparire i loro beni. Così la villa di Brozzi venne acquistata nel 1454 da Jacopo d’Ugolino Mazzinghi che ne comprò metà dagli Uffiziali delle vendite come beni di Andrea Lamberteschi e l’altra metà da Margherita figlia di Tommaso d’Andrea. I Mazzinghi tennero il possesso di questo luogo per dugento anni precisi e nel 1654 andò per eredità in Lucrezia di Vincenzo Mazzinghi vedova di Vieri de’ Cerchi. La figlia di lei Maria Regale la portò in dote a Baldassarre Stores nel 1670 e dai Suares de la Concha andò col patrimonio e col nome in Francesco Maria Pecori che nel 1823 la rivendè a Massimiliano Papini. Dai Papini l’ereditarono gli Orsini-Baroni, attuali possessori.

All’esterno di questa vecchia villa è un tabernacolo che racchiude un pregevole affresco della maniera di Domenico del Ghirlandajo. Rappresenta la Vergine e S. Giuseppe genuflessi in atto di adorare il bambino Gesù. Negli sguanci laterali sono le figure di S. Giuliano e S. Rocco.

Pieve di S. Martino a Brozzi. — Come può giudicarsi dalla sua costruzione, simile a quella della maggior parte delle antiche pievi del territorio fiorentino, questa chiesa deve esser sorta attorno al 1000 e dichiarata matrice delle altre che vennero erette lungo l’antica via e nei piani circonvicini. Basterebbero a provare l’antichità della chiesa i frammenti del suo fonte battesimale dell’XI e XIII secolo adoprati nel xv secolo per la composizione di un altro fonte di forme e di caratteri differenti. Nella parte tergale e nei fianchi della chiesa appaiono pure le tracce della vetusta sua costruzione. La facciata, che ebbe già un portico modernamente distrutto, conserva la caratteristica porta ed alcuni affreschi del xiv e xv secolo. Elegante di forme è il campanile a torre con polifore, restituito all’antico aspetto nei restauri eseguiti l’anno 1894. L’interno della chiesa ha maggiormente perduto il tipo originario, giacché alla