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barriera di san niccolò 11

cav. prof. Odoardo Beccari scienziato dottissimo e viaggiatore ardito che nelle regioni affricane raccolse preziosi elementi di studio.

Il grandioso fabbricato conserva all’esterno molti dei caratteri proprii delle antiche case da signore, munite a guisa di castelli, per poter far fronte alle scorrerie delle milizie mercenarie sempre pronte al saccheggio ed alle arsioni. Ha sulla facciata il coronamento merlato e sugli angoli due specie di torricelle di vedetta Nell’interno è una sala con pitture policrome del xiv secolo, le quali furono raro esempio delle decorazioni delle case private, prima che nelle demolizioni del centro di Firenze si scoprissero tanti altri saggi congeneri che formano oggi corredo preziosissimo del Museo di Firenze antica, annesso al Museo di San Marco.

Il Palagio. - Villa Catani-Scappucci. — La potentissima consorteria dei Malispini, Guglialferri, Tebalducci e Giacomini ebbe fin da tempo remoto ampi possessi nel Pian di Ripoli e sul colle che questa pianura chiudeva dal lato di mezzogiorno. Nelle lotte fierissime de’ Guelfi e de’ Ghibellini anche questa consorteria si divise nelle due fazioni e mentre i Guglialferri dichiarandosi apertamente Ghibellini si videro banditi da Firenze, parte de’ Tebalducci e de’ Giacomini e la maggior parte de’ Malispini si schierarono nell’opposto partito. Così al ritorno de’Ghibellini vittoriosi dall’infausta giornata di Montaperti, molti degli edificj appartenuti a questa consorteria vennero distrutti arsi, smantellati. E questa sorte toccò anche al palagio vicino a S. Piero che apparteneva allora a’ Malispini e che più tardi passò in possesso de’ Tebalducci Giacomini. In questa famiglia e più precisamente in Piero di Giovanni Giacomini Tebalducci, lo troviamo inscritto nel Catasto del 1427. Ma poco dopo, il 26 maggio del 1483, Piero de’ Giacomini rassegnava in dote a Piera sua figlia moglie di Gi’ovan Battista di Duccio Adimari. Nel 1513 a dì 7 settembre Duccio di Bernardo Adimari vendeva la villa coll’annesso podere ad Agnolo di Francesco Doni di una ricca famiglia di tintori che aveva appunto il suo palazzo nel Corso de’ Tintori. Quest’Agnolo è ben noto nella storia dell’arte fio-