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di guittone d'arezzo | 151 |
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Ciò che nuoce agli altri lo guarirebbe.
Ahi Deo, chi vidde mai tal malatia
di quella che sorpreso hame lo core?
ché la cosa ch’altrui par venen sia
è sola medicina al meo dolore,
5 cioè l’amor, ch’ogni om ch’el signoria
guaimenta e dice che per lui si more,
e pur se pena di trovare via
como de sé islocar possa lo core.
Ed eo pur peno di condurlo a mene
10 e di venir de sua corte servente
perché disio ciò più ch’altro bene.
Ma pur languisco, lasso, e mor’sovente,
dapoi ch’ello di me cura non tene:
adonque guarrea me l’altrui nocente.
25
Il suo trovare vai poco, perchè non è ancora entrato dov’è gioia e saggezza.
Ben saccio de vertá che ’l meo trovare
val poco, e ha ragion de men valore,
poi ch’eo non posso in quel loco intrare
ch’adorna l’om de gioia e de savere.
5 E non departo d’a la porta stare
pregando che, per Deo, mi deggia aprere:
allora alcuna voce audir me pare
dicendome ch’eo sia di bon sofrere.
Ed co sofert’ho tanto lungiamente
10 che devisa’ de me tutto piacere
e tutto ciò ched era in me valente:
per ch’eo rechiamo e chero lo savere
di ciascun om ch’è prode e canoscente
a l’aiuto del meo grande spiacere.