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Pagina:Gynevera de le clare donne.djvu/31

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xix


ch’e’ dice «che circolava per Bologna dopo la di lei morte.»

     Se fui nel mondo carca d’ogni vizio
Empia, maligna, avara e scellerata,
Or son nel Stigio Regno incatenata.
Ove d’ogni fallir porto supplizio.
     Se il corpo in fra l’ortiche ha fatto ospizio,
Ciò avvien perchè d’Ebrea madre son nata.
Ma più mi duol che l’alma ho tormentata
Fra mille pene e posta in precipizio.
     Voi altri Ebrei lasciate ogni mal fare,
Pigliate esempio da mia acerba morte
E come e quale or mi convien purgare.
     E tu protervo vecchio mio consorte.
Siccome fosti meco a rapinare
Cosl t’aspetto in le tartaree porte.

Sull’autenticità di questo sonetto, che ricorda in qualche parte l’epigramma del Garzoni avremmo da far grandi riserve e sollevare gravi dubbi. Ma per ora a noi basta mostrare quali siano