Pagina:Gynevera de le clare donne.djvu/354

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de molto thesoro. Scripse al suo primogenito duca Galeazo, che in Franza presso la maiestà del cristianissimo re se trovava, et venendo ad Milano, fu destenuto in le terre del duca de Savoglia ad una abbatia, ma presto fu liberato da Antonio da Romagnano, già secretario de la excelsa donna, per li optimi deportamenti hebbe da la excellentia de lei. Quando se fecerono le ducale exequie, li volse la tribulata donna essere presente; et essendo portato il corpo da la camera ne la corticella, dove quello se ornava per lugubre pompa, se ingenochiò cum le mane giunte et cum flebile et alte voce disse verso il cielo: « Oh divina clementia, vogli avere misericordia de l’anima del mio signore marito, come per nostri peccati volesti in croce morire! » Poi bassò gli occhii, spargendo infinite lachryme verso il corpo, et disse: « Oimè, caro signor mio, come te ho perduto! Che vita sarà la mia, se non lachryme et suspiri?