Pagina:Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia.pdf/235

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natore sin a confini di quella Diocese, e salutata dalla soldatesca con lo sparo di mortaletti, e moschetti, restando Sua Maestà contentissima de gli honori ricevuti in questa Città, la più nobile, e celebre della Marca. E’ ella assai grande, & è collocata sopra d’un monte, ma piano, & amplo, e vi risiede il Governatore della Provincia. Da Macerata si avanzò Sua Maestà alla volta di Tolentino, alli cui confini si trovarono tre mila soldati per ordine del Marchese Tassoni squadronati dal Sargente maggiore Mutio Campani. Gionta alla porta della Città, Monsignor Francesco Maria Monaldi Governatore di essa la riverì, come pur fecero il Confaloniero, Dottor Nicola Rotilini, e gli Priori Giuseppe Gualtieri, Antonio Capiccioni, e Bartolomeo Martini, col resto del Magistrato, oltre a tutti li principali di quella patria; passando poi per le strade tutte ripiene di soldatesche, e tappezzate, andò a smontar alla Chiesa di S. Nicolò, dove fu ricevuta con le cerimonie consuete. Quivi gli furono fatte vedere le due braccia, e mani di detto Santo, la scudella in cui mangiava, & il di lui sangue miracolosamente prodigioso, mentre vien asserito esser egli stato ben spesso veduto a liquefarsi, e muoversi, quando è accaduto qualche sinistro accidente alla Christianità, come appunto avvenne, quando il Turco s’impadronì del Regno di Cipri, & ultimamente occupò la Canea nel Regno di Candia. Questa reliquia è tenuta in somma veneratione, sta rinchiusa nell’Altare della Cappella