Pagina:Hoffmann - Racconti III, Milano, 1835.djvu/50

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datori del conte di Z. rafforzati <la una mano di contadini, vennero a capo di far prigióni una banda di Zingari, a cui si dava colpa di tutti gli assassinj e di tutti i rubamenti che seguivano nella contrada. Gli uomini furono fatti tapinare incatenati alla corte del castello, e le donne coi fanciulli affastellati sopra d’ tin carro.

Più d’ un ceffo sfrontato nel volgere degli occhi selvaggi ed infocati come quei d’ una tigre in catena, tradiva l’ uomo rotto agli omicidi, 'e ai ladronecci. Ma quella che più rubava gli sguardi di tutti era una donna, avvolta dal capo alle piante d’ uno sciallo di color sanguigno.

Estremamente scarna, d’ una statura superba, gridò d’ una voce imperiosa che volea calarsi dal carro, ciò che fu fatto.

11 conte di Z. s’ era raccolto cogli altri nella corte del castello, e disponeva di chiudere i malandrini in diverse prigioni, quando la contessa Angelica, tutta sca* »

pigliata, gli abbracciò le ginocchia pregandolo di voler liberare quegli innocenti.

— Scioglieteli, ve ne scongiuro I alla prima goccia del loro sangue-io mi caccio questo coltello nel cuore. — E dì> • v. 5v — ■ cendo