Pagina:Hoffmann - Racconti III, Milano, 1835.djvu/85

Da Wikisource.

— 95 — Andrès si lasciò uscire ingenuamente queste parole; e Giorgina insistette che lo straniero era l’ angelo casto che gli avea tratti dalla miseria per porli in qualche agiatezza, tanto che non sapeva comprendere come si mostrasse cosi silenzioso per non dire tristo con lui..

— Mia cara! disse Andrès, quell’ intima voce che mi avvisò già un tempo di non accettar nulla dallo straniero,.

quella voce non ha cessato di suonarmi di dentro. Onde bene spesso sono tor' mentato dai suoi rimproveri, quasi che vi fosse un bene mal tolto fra la mia casa e il danaro di lui. ben è vero che oggidì mi posso gratificare d’ un piatto •di più e di un bicchiero di vin generoso, ma per me stimo che s’ avessimo avuto un buon contratto, e che ci fosse tocco qualche profitto di più, mi pare che assaporerei d’ avvantaggio la nostra povera birra, che non i dilicati vini dello straniero. Non posso addomesticarmi per uulla con questo singoiar mercatante, al cospetto del quale non posso fare di non sentire un'involontario disagio. Non hai tu notato cara Giorgina che non sa levare gli sguardi ki Riccia, e che il sor— 86 —