Pagina:I Duelli Mortali Del Secolo XIX, Battistelli, 1899.djvu/144

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Alle sette erano tutti sul terreno. Lassalle perfettamente calmo, poco prima di incominciare il fuoco, esclamò: «La mia stella tramonta!».

Al comando, spara primo Rücowitz, seguito a cinque secondi di intervallo da Lassalle. Tutto era finito! Lassalle, il buono e mite Lassalle, aveva ricevuto la palla avversaria nell’addome.

— Siete ferito?

— Sì....

Fu subito trasportato all’albergo ove per due giorni rimase a letto in mezzo a sofferenze atroci, senza quasi poter parlare. Nella notte del 30 al 31 agosto spirò nelle braccia dell’angelica contessa Hatzfeldt.

Lassalle, sempre generoso, sentendosi morire, volle scrivere: «Io dichiaro di essere stato ucciso.... dalle stesse mie mani».

Temeva per l’avversario, quell’anima grande!

Così finì questo gladiatore del pensiero; così, senza orgoglio e senza grandezza, si spense l’uomo democratico, che predicava principii contrari al duello!1.

  1. Il colonnello Rüstow, che diresse il duello di Lassalle, così descrive gli ultimi momenti del Mirabeau tedesco:
    «A mezzanotte entrai nella camera di Lassalle per coricarmi. Alle tre del mattino mi alzai per recarmi nel mio appartamento a vestirmi. Poi andai dall’armajuolo per ritirare le pistole, che gli avevo dato ad accomodare e tornai all’albergo. Alle cinque svegliai Lassalle che dormiva tranquillamente. Il suo primo sguardo cadde sulle pistole. Egli ne prese una, ed abbracciandomi esclamò: ecco quanto mi ci voleva. Andammo a Carrouge in vettura. Durante il tragitto Lassalle mi pregò a più riprese che il duello accadesse sul suolo francese, onde potesse aggiustare le sue faccende con il vecchio disertore; e, abbenchè io mi rallegrassi del suo sangue freddo, trovavo il desiderio di Lassalle fuori di posto.
    Giungemmo a Carrouge prima delle sette; gli altri non erano per anco giunti. Lassalle che era tranquillissimo, prese una tazza di thè. Alle sette e mezzo precise giunsero gli altri con il dottor Seiler, che ci condusse in una località a lui ben nota. La sorte decideva che io per primo caricassi le armi e comandassi il fuoco. Mentre accudivo a tale bisogna, i duellanti vennero collocati a posto. Fui pregato di dare il comando a voce alta, concedendo per ciascun colpo 20 secondi di tempo,