Pagina:I Duelli Mortali Del Secolo XIX, Battistelli, 1899.djvu/246

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in una sala coperta: arma la spada; quasi al primo attacco il De Morès penetrò colla sua punta sotto l’ascella destra del Mayer, gli attraversò il polmone e si fermò contro la scapola. Il capitano stese il braccio, lasciò cadere la spada e portando la mano sinistra all’ascella:

— Sono ferito profondamente.

Il De Morès gli andò incontro:

— Signor capitano, permettetemi di darvi la mano.

Il capitano moribondo gli stese la sua. Poi, fu adagiato su di un materasso e medicato: la ferita dava poco sangue, ma il respiro cominciò a farsi affannoso.

Un medico corse innanzi ad annunziare l’arrivo del ferito all’ospedale militare. Intanto il ferito si sentiva perduto e diceva:

— Lasciatemi respirare, lasciatemi respirare!

Alle due del pomeriggio, disteso in un landò, giunse all’ospedale.

Il padre e la madre sua non sapevano niente; solo il fratello aveva letto nei giornali del mattino la notizia del duello, ed era corso in cerca di notizie. Alle ore 2 ½ padre, madre e fratello erano al letto del ferito.

— Chi ve l’ha detto? chi vi ha avvertito che io era ferito? chiedeva il povero Mayer con la voce quasi spenta.

Bevve due bicchieri di champagne; ma verso le 4 non parlò più; la respirazione si fece sempre più breve, una schiuma sanguigna apparve agli angoli della bocca; sopravvenne il coma e alle 5 ¼ spirò.

Il padre e la madre avevano seguito coll’angoscia più orribile le ore dell’agonia, e quando tutto fu finito, si inginocchiarono presso al loro morto, piangendo in modo straziante.

— Che cosa ha fatto? Che cosa ha fatto, per morire tanto crudelmente? chiedeva incessantemente la madre; appena ieri era così pieno di vita!....

Il cadavere fu portato a casa della famiglia, in una vettura d’ambulanza militare, trascinata da quattro soldati comandati da un caporale.

Il capitano Mayer aveva 34 anni; era dell’arma del ge-