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652 I Nibelunghi

Fuor di cotesto, esser potrìa. — Non certo
Amica a voi esser poss’io! Nemica
140Anima reco a voi. Grave dolore
Hàgene di Tronèga un dì mi fea,
E inespïato fia dolor per quanta
Stagione in vita resterò. Voi tutti
Ne darete la pena! — In questa guisa
145D’Ètzel la donna favellò. E soggiunse:
     Che se volete voi Hàgene solo
Lasciarmi prigionier, non io davvero
Niegar vorrò ch’io sì vi lasci in vita,
Chè miei fratelli siete voi, figliuoli
150D’una madre, e però con questi eroi
Che son qui, favellar poss’io di tregua.
     Iddio dal ciel non voglia mai cotesto!
Disse Gernòt allora. Anche se mille
Fossimo noi d’un vincolo di sangue
155A te congiunti, morti in pria qui tutti
Noi giacerem, che un solo a te de’ nostri
Dessimo prigionier. Da noi cotesto
Giammai non si farà. — D’uopo è che noi,
Gislhero disse, qui moriamo adunque.