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I Vicerè 393

biati anche tra sconosciuti, con la solidarietà del pericolo nella comune miseria. Le donne ripetevano ciò che avevano udito dire dai preti: il colera era la pena dei tempi peccaminosi: gli scomunicati non avevano fatto la guerra al Papa? La Chiesa non era perseguitata? E adesso, per colmar lo staio, c’era la legge che spogliava i conventi! «La fine del mondo! L’anno calamitoso! Chi avrebbe creduto una cosa simile! Tanti poveri monaci buttati in mezzo a una via? I luoghi santi sconsacrati? Non c’è più dove arrivare!...» Queste erano sciocchezze, giudicavano invece gli uomini: «I monaci avevano assai scialato senza far nulla! Mangiavano a ufo! E i muri dei conventi, se avessero potuto parlare, ne avrebbero dette di belle. Era tempo che finisse la cuccagna! L’unica cosa fatta bene dal governo!...» Però, tanti santi Padri, che ce n’erano, costretti a vivere con una lira al giorno! I Benedettini, per esempio, avevano di che scialare con una lira il giorno, dopo aver fatto la vita di tanti re! «E i quattrini che si sono divisi?»

La notizia circolava da un pezzo, e certuni ne davano i particolari come se fossero stati presenti: le economie fatte negli ultimi anni, nella previsione della legge, erano state distribuite a tanto per uno: ogni monaco aveva preso nientemeno che quattromila onze di monete d’oro e d’argento. Poi s’eran spartita l’argenteria da tavola, tutta la roba di valore, e avvicinandosi il momento del congedo avevano venduto una gran quantità delle provviste accatastate nei magazzini: grandi botti di vino, grandi giare d’olio, gran sacchi di frumento e di legumi; altrettanti quattrini intascati — e nondimeno i magazzini parevano ancora pieni! «Han fatto bene! Dovevano forse lasciare anche la cassa ai ladri del governo?...» E le piccole carovane si rimettevano in marcia con le teste riscaldate all’idea dei milioni di milioni d’onze che avrebbe intascato Vittorio Emanuele vendendo i beni di San Nicola e di tutte le altre comunità.... Molti mendicanti, profittando del gran passaggio di gente, tendevano