Pagina:I promessi sposi (1825) I.djvu/65

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Rodrigo non poteva esser mossa che da una sua brutale passione per Lucia. E Lucia? Che ella avesse dato a colui un menomo appicco, una più leggiera lusinga, non era un pensiero che potesse soggiornare un istante nella testa di Renzo. Ma ne era ella informata? Poteva colui avere conceputa quella infame passione senza che ella se ne avvedesse? Avrebbe egli spinte le cose tant’oltre, prima d’averla tentata in qualche modo? E Lucia non ne aveva mai detta una parola a lui, al suo promesso!

Predominato da questi pensieri passò dinanzi alla sua casa che era posta nel mezzo del villaggio, e attraversatolo, si avviò a quella di Lucia che stava alla estremità opposta. Aveva quella casetta un picciol cortile dinanzi, che la separava dalla via, ed era cinto con un muretto. Renzo entrò nel cortile, e intese un misto e continuo gridìo che veniva da una stanza superiore. S’immaginò che sarebbero amiche e comari venute a far corteo a Lucia; e non si volle mostrare a quel mercato, con quella novella in corpo e sul volto. Una fanciulletta che si trovava nel cortile, gli corse incontro gridando: “lo sposo! lo sposo!”

“Zitto, Bettina, zitto!” disse Renzo. “Vien qua; va su da Lucia, pigliala in disparte, e dille all’orecchio...... ma che nessun