Vai al contenuto

Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/357

Da Wikisource.

353


“Ah, s’egli è in salvo, sia ringraziato il Signore!” disse Lucia; e cercava altra materia di discorso, quando il discorso fu interrotto da una novità inaspettata: la comparsa del cardinale arcivescovo.

Questi, tornato dalla chiesa, dove lo abbiamo lasciato, inteso dall’innominato il felice ritorcimento di Lucia, s’era posto a tavola, facendo seder quello alla sua destra, in mezzo ad una corona di preti, che non potevano saziarsi di lanciare occhiate a quell’aspetto così ammansato senza debolezza, così umiliato senza abbassamento, e di paragonarlo coll’idea che da lungo tempo s’eran fatta del personaggio.

Levate le mense, que’ due s’eran ritirati di nuovo insieme. Dopo un colloquio che durò assai più del primo, l’innominato era partito di nuovo pel suo castello, su quella stessa mula che ve l’aveva portato il mattino; e il cardinale, fatto chiamare il parroco, gli aveva detto che desiderava d’esser guidato alla casa dov’era ricoverata Lucia.

“Oh! monsignore,” aveva risposto il paroco: “lasci, lasci, che manderò io subito ad avvertire che venga qui la giovane, la madre, se è arrivata, anche gli ospiti, se monsignore li vuole, tutti quelli che desidera vostra signoria illustrissima.”

t. ii. 23