Pagina:I promessi sposi (1825) II.djvu/8

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durata, non avrebbero più potuto. Rimostravano essi incessantemente l’iniquità e l’insopportabilità del carico imposto loro, protestavano di voler gettar la pala nel forno, e andarsene; e intanto tiravano innanzi come potevano, sperando, sperando, che una volta o l’altra, il gran cancelliere sarebbe restato capace. Ma Antonio Ferrer, il quale era quel che ora si direbbe un uomo di carattere, rispondeva che i fornai avevano avvantaggiato molto, e poi molto in passato, che avvantaggerebbero molto, e poi molto nei tempi migliori avvenire; che anche si vedrebbe, si penserebbe forse a dar loro del pubblico qualche risarcimento: e che intrattanto tirassero innanzi. O fosse veramente persuaso egli il primo di queste ragioni che allegava agli altri, o che, pur conoscendo dagli effetti la impossibilità di mantenere quel provvedimento, volesse lasciar ad altri l’odiosità di rivocarlo; giacchè, chi può ora entrare nel cervello di Antonio Ferrer? fatto sta che egli non si rimosse un pelo da ciò che aveva stabilito. Finalmente i decurioni (un magistrato municipale composto di nobili, che durò fino al novantasei del secolo scorso) ragguagliarono per lettera il governatore, dello stato in cui eran le cose: trovasse egli qualche temperamento, che le facesse andare.