Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/176

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biam tentato di distinguere e di accertare i fatti più generali e più rilevanti, di disporli nell’ordine reale della loro successione, per quanto il comporti la ragione e la natura di essi, di osservare la loro efficienza reciproca, e di dar così, per ora e finchè altri non faccia di meglio, una notizia succinta, ma sincera e continua di quel disastro.

Per tutta adunque la striscia di territorio corsa dall’esercito, s’era trovato qualche cadavere nelle case, qualcheduno in sulla via; Ben tosto, in questo e in quel paese, cominciarono ad infermarsi, a morire, persone, famiglie, di mali violenti, strani, con segni sconosciuti alla più parte de’ viventi. V’era soltanto alcuni che gli avessero veduti altre volte: quei pochi che potessero ricordarsi della peste che cinquantatrè anni innanzi, aveva desolato pure un buon tratto d’Italia, e in ispecie il milanese, dove fu chiamata, ed è tuttavia, la peste di san Carlo. Tanto è forte la carità! Tra le memorie così varie e così solenni d’un infortunio generale, può essa far primeggiare quella d’un uomo, perchè a quest’uomo ha inspirato sentimenti ed azioni più memorabili ancora dei mali; porlo nelle menti, come un segnale di tutti quegli avvenimenti, perchè in tutti lo ha spinto e intromesso,