Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/195

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vinta, sono alle volte tali, da far desiderare ch’ella fosse rimasta intera e invitta, fino all’ultimo, contro la ragione e l’evidenza: e questa fu bene una di quelle volte. Coloro i quali avevano impugnato così risolutamente e così a lungo che esistesse presso a loro, fra loro, un germe di male, che poteva, per mezzi naturali, propagarsi e fare strage; non potendo ormai negare il propagamento di esso, e non volendo attribuirlo a quei mezzi (che sarebbe stato confessare ad un tempo un grande inganno e una gran colpa), erano tanto più disposti a trovarne qualche altra causa, a far buona qualunque ne venisse messa in campo. Sventuratamente ve n’era una in pronto nelle idee e nelle tradizioni comuni allora, non qui soltanto, ma in ogni parte d’Europa: arti venefiche, operazioni diaboliche, gente congiurata a sparger la peste, per via di veleni contagiosi, di malìe. Già cose tali o somiglianti erano state supposte e credute in molte altre pestilenze; e qui segnatamente, in quella di mezzo secolo innanzi. Si aggiunga che, fino dall’anno antecedente, era venuto un dispaccio, soscritto dal re Filippo IV, al governatore, in cui gli si dava avviso, essere scappati da Madrid quattro francesi, ricercati come sospetti di spargere un-