Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/278

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un tratto di essa. Passato quel tratto, udì certe grida, come chiamate che parevan fatte a lui; e, volto lo sguardo in su a quella parte donde veniva il suono, scorse, poco lontano, a un balcone d’una casupola isolata, una povera donna, con un gruppetto di fanciulli dattorno, la quale, chiamando tuttavia, gli accennava pur colla mano che si facesse vicino. V’accorse; e quando fu presso, “o quel giovane,” disse la donna: “pei vostri poveri morti, fate la carità d’andare ad avvisare il commissario che siamo qui dimenticati. Ci hanno chiusi in casa come sospetti, perchè il mio povero uomo è morto; ci hanno inchiodato l’uscio, come vedete; e da ier mattina, nessuno è venuto a portarci da mangiare: da tante ore che son qui, non ho mai potuto trovare un cristiano che me la facesse questa carità: e questi poveri innocenti muoiono di fame.”

“Di fame!” sclamò Renzo; e cacciate le mani alle tasche, “ecco ecco,” disse, cavando i due pani: “mandate giù qualche cosa da pigliarli.”

“Dio ve ne renda merito: aspettate un momento,” disse la donna; e andò a cercare un canestrello, e una corda da spenzolarlo, come fece. A Renzo intanto sovvenne

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