Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/309

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e di ciò che gli toccò di vedere diremo quanto sia necessario a significar ciò ch’egli fece, e ciò che gli occorse.

Dalla porta dov’egli s’era fermato, fino al tempietto centrale, e di là all’altra porta di rincontro, correva come un viale voto di capanne e d’ogni altro stabile impedimento; e al secondo sguardo, egli vi scorse una gran faccenda dì rimuover carri e di fare sgombro; scorse uficiali e cappuccini che dirigevano quell’operazione, e insieme mandavan via chi non avesse quivi che fare. E temendo d’essere anch’egli messo fuori a quel modo, si ficcò a dirittura tra le capanne, dal lato a cui si trovava casualmente rivolto, alla diritta.

Andava innanzi, secondo che vedeva spazio da porre il piede, da capanna a capanna, mettendo il capo in ognuna, e adocchiando al di fuori ogni giaciglio, affisando volti abbattuti dal patimento, o contratti dallo spasimo, o immobili nella morte, se mai gli fosse dato di rinvenir quell’uno che pur paventava di rinvenire. Ma già aveva fatto un buon pezzetto di cammino e ripetuto assai e assai volte quel doloroso esame, senza che ancora gli venisse veduta una donna: onde s’imaginò che elle dovessero essere in uno spazio appartato. Nel che s’appose; ma del dove, nè aveva