Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/313

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Qua e là eran sedute balie con bamboli al petto; alcune in tale atto d’amore, da far nascer dubbio nel riguardante, se fossero state attirate quivi dalla mercede, o da quella carità spontanea che va in cerca dei bisogni e dei dolori. Una di esse, tutta accorata in volto, staccava dal suo seno esausto un meschinello piangente, e andava tristamente in cerca della bestia, che potesse far le sue veci. Un’altra mirava con occhio di compiacenza quello che le si era addormentato sulla poppa, e, baciatolo mollemente, lo andava ad adagiare sur una coltrice in una capanna. Ma una terza, abbandonando il suo petto al lattante straniero, in una cert’aria però non di trascuranza ma di preoccupazione, guardava fiso in cielo: a che pensava ella, in quell’atto, con quel guardo, se non a un nato dalle sue viscere che, forse poco prima, aveva succhiato quel petto, che forse v’era spirato sopra?

Altre donne più provette attendevano ad altri servigi. Quale accorreva alle grida d’un pargolo affamato, lo raccoglieva, e lo portava presso una capra pascente ad un mucchio d’erba fresca, e glielo presentava alle poppe, garrendo insieme e careggiando colla voce l’inesperto animale, sicchè si prestasse dolcemente all’uficio. Questa balzava a can-