Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/407

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avevo, e la madre loro, e ho fatte tre eredità considerabili. Del superfluo ne avevo anche prima: sicchè ella vede che il darmi una occasione d’impiegarne, e massime una come questa, è rendermi veramente a un servigio.”

“Il cielo la benedica! Perchè non sono tutti come lei i...? Basta; io la ringrazio anch’io di cuore per questi miei figliuoli. E giacchè vossignoria illustrissima mi dà tanto animo, signor sì che ho uno spediente da suggerirle, il quale forse non le dispiacerà. Sappia dunque che questa buona gente son risoluti d’andare ad accasarsi altrove, e di vendere quel poco che hanno al sole qui: una vignetta il giovane, di nove o dieci pertiche, salvo il vero, ma abbandonata, imboschita affatto: bisogna far conto dello spazio, nient’altro; di più una casetta egli, e un’altra la sposa: due topaie, veda. Un signore come vossignoria non può sapere come la vada pei poveri, quando sono a quello di dover disfarsi del loro. Finisce sempre ad andare in bocca di qualche furbo, che, se dà il caso, farà da un pezzo l’amore a quel luoghetto, e quando sa che l’altro ha bisogno di vendere, si ritira, fa lo svogliato; bisogna corrergli dietro e dar-

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