Pagina:I promessi sposi (1825) III.djvu/86

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CAPITOLO XXVIII.


Dopo quella sedizione del giorno di san Martino e del susseguente, parve che l’abbondanza fosse tornata in Milano, come per incantesimo. Le botteghe del pane fornite a dovizia; il prezzo, quale negli anni più ubertosi; le farine a proporzione. Coloro che in quei due giorni s’erano adoperati ad urlare o a far qualche cosa di più, avevano ora (salvo alcuni pochi stati presi) di che applaudirsi: e non crediate che se ne rimanessero, cessato appena quel primo spavento delle catture. Sulle piazze, ai canti, nelle taverne, era un tripudio palese, un congratularsi e un vantarsi a mezza bocca, dell’aver trovato il verso di ridurre il pane a buon mercato. In mezzo però alla festa e alla baldanza, v’era (e come non vi sarebbe stata?) una inquietudine, un presentimento, che la cosa non avesse a durare. Assediavano i fornai e i fa-