Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/167

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famiglia. Per Aurelio Costa c’era il padre; per Nicoletta Capolino, nessuno: non poteva esserci il marito; avrebbe potuto esserci il patrigno, don Salesio Marullo; ma si sapeva che il poverino, abbandonato da tutti, era andato a cercar rifugio per carità a Colimbètra, e si trovava li da qualche mese, ammalato. Forse Leonardo Costa reclamava per sè i resti del suo figliuolo, per trasportarli al camposanto di Porto Empedocle; e ragioni giudiziarie si opponevano a questo suo desiderio.

La folla, a poco a poco, cominciò a sbandarsi tra infiniti commenti.

Leonardo Costa voleva proprio ciò che la folla aveva immaginato. Il commissario, cav. Franco, cercava di persuaderlo ad avere un po’ di pazienza, che prima tutte le pratiche giudiziarie fossero, come egli diceva, esperite, là in ufficio.... Ma sì, in giornata, in giornata; dopo la visita del giudice istruttore. Il Costa, come se non capisse, insisteva, ripetendo ostinatamente, con le stesse parole, la richiesta pietosa. E il cavalier Franco, quantunque compreso di pietà per quel povero padre, sbuffava, non ne poteva più. Erano momenti terribili, per lui, e non sapeva da qual parte voltarsi prima, giacchè da ogni canto della provincia, da tutta la Sicilia, giungevano notizie di giorno in giorno più gravi; pareva che da un istante all’altro dovesse scoppiare una generale sommossa, e il presidio delle milizie era scarso, e più scarso ancora quello di polizia.

Ma che voleva, che altro voleva adesso quel benedett’uomo? Voleva.... voleva che i resti di suo figlio — quali che fossero — non rimanessero mescolati là con quelli della donna, di quella donna esecrata! Perchè, perchè così insieme li avevano raccolti?