Pagina:I vecchi e i giovani Vol. II Pirandello.djvu/170

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Un groppo di singulti muti, fitti, nella gola e nel naso, gli scrollarono, in convulsione, la testa.

Non pesava, non pesava niente, quella cassetta!

S’inginocchiò per terra, davanti a la tavola, appoggiò la fronte al freddo di quella latta, e si mise a gemere:

— Figlio!... figlio!... figlio!...


Senza più ragna, un ragno.


Due giorni dopo, arrivò a Girgenti, inatteso, funebre, l’on. Ignazio Capolino.

La condizione, in cui lo aveva messo non tanto forse la sciagura improvvisa, quanto lo scatto violento, per cui Dianella Salvo aveva perduto la ragione, era così difficile e incerta, che egli aveva bisogno di raccogliere a consulto, lì sul posto, tutte le sue forze per trovare una via da uscirne in qualche modo, al più presto.

Lo scandalo della fuga della moglie era soffocato nell’orrore della morte; il tragico, che spirava da questa morte, lo rendeva immune del ridicolo, che poteva venirgli da quella fuga. Bastava dunque presentarsi a’ suoi concittadini, così, funebre nell’aspetto, ma nello stesso tempo austeramente riservato, per trârre profitto della commozione generale, senza tuttavia parteciparvi, giacchè dalla moglie era stato offeso. La simpatia degli altri doveva venirgli come giusto e meritato compenso a questa offesa. E dovevan tutti vedere che egli soffriva, schiantato, assolato dall’atrocissimo fatto, e che lui più di tutti meritava compianto, poichè finanche dalle due vittime tanto commiserate era stato of-