Pagina:I versi latini di Giovanni del Virgilio e di Dante Alighieri, Venezia, 1845.djvu/73

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     Lor va d’intorno e con onda perpetua,
     Che dall’alto gli vien, bagna sue sponde.
     Egli all’acqua, che d’alto il monte stilla,
     Fece da sè la via per correr mite.
     25Mopso in tai paschi, mentre i buoi scherzando
     Vanno fra l’erbe molli, osserva lieto
     Le fatiche de’ numi e degli eroi:
     Poi dell’alma il gioir versa, e dà fiato
     Alla siringa sua, sì che gli armenti
     30Seguano il dolce suono, ed i leoni
     Si calino dal monte al pian placati,
     E rifluiscan l’onde, e delle piante
     Le fronde, e plaudan le Menalie vette.

M. Titiro, ei disse allor, se Mopso canta
     35In prati ignoti, io pur suoi versi ignoti
     Potrò colla tua scorta agli sviati
     Miei capretti insegnar: or, s’ei bramoso
     Pregava sì, che farmi io mai poteva?

T. Mopso già da molti anni, o Melibeo,
     40Diedesi ai monti Aonii, e mentre gli altri
     Brigansi d’insegnar il civil dritto,
     Impallidì de’ boschi sacri all’ombra.
     Ei, d’onda aonia e di canoro latte
     Sparso, m’invita alle cresciute fronde
     45Della mutata figlia di Peneo.

M. Or che farai? Melibeo disse. Adunque
     Disadorno pastor pei paschi andrai