Pagina:Iacopone da Todi – Le Laude, 1915 – BEIC 1853668.djvu/7

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I

De la beata Vergine Maria e del peccatore

     — O Regina cortese, — io so a voi venuto
ch’al mio cor feruto — deiate medecare.
     Io so a voi venuto — com’omo desperato
4da omn’altro aiuto; — lo vostro m’è lassato;
se ne fusse privato; — farieme consumare.
     Lo mio cor è feruto, — Madonna, nol so dire;
ed a tal è venuto, — che comenza putire;
8non deiate soffrire — de volerm’aiutare.
     Donna, la sofferenza — sí m’è pericolosa;
lo mal pres’ha potenza, — la natura è dogliosa;
siate cordogliosa — de volerme sanare.
     12Non aio pagamento, — tanto so anichilato;
faite de me stromento, — servo recomperato;
donna, el prez’è dato: — quel ch’avest’a lattare.
     Donna, per quel amore — che m’ha avut’el tuo figlio
16dever’aver en core — de darm’el tuo consiglio;
succurrime, aulente giglio, — veni e non tardare.
     — Figlio, poi ch’èi venuto, — molto si m’è ’n piacere;
adomandimi aiuto, — dollote voluntere;
20ètte oporto soffrire — co per arte voglio fare.
     Medecaro per arte — emprima fa la diita;
guarda li sensi da parte — che non dien piú ferita
a la natura perita — che se possa aggravare.

Fra Iacopone i