Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/144

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parte prima 73

Benchè lo stesso Çâkyamuni prescrivesse severe norme di vivere ai suoi credenti, era ben lungi dal pensare che le opere e le pratiche esterne fossero superiori alla fede e alla conoscenza della verità. La semenza dell’albero della salute è la scienza perfetta accompagnata dalle opere.1 Le pratiche austere non erano che un mezzo per vincere le passioni, per facilitare la via alla perfezione e alla salute; ma solamente la cognizione perfetta della scienza che il Buddha aveva concepita e insegnata, poteva indicare all’uomo questa via. Dalla vita del religioso buddhista doveva essere escluso tutto ciò che era reputato superfluo: ma i digiuni e le esagerate austerità e le macerazioni praticate dai religiosi della setta brâhmanica erano tenute da Çâkyamuni come inutili e senza profitto per coloro che le praticano. — Non è il costume d’andar nudi e coi capelli intonsi (alludendo ai ginnosofisti), nè la scelta di speciali alimenti, nè il giacere sulla nuda terra, nè il vivere nell’immondizia, nè il fuggire il riparo di un tetto, che possa dissipare l’agitazione, nella quale ci gettano i desiderii non soddisfatti. Che un uomo, tranquillo, raccolto, casto, sia padrone dei suoi sensi; che eviti di far male ad ogni creatura; che adempia la mia legge; ed egli sarà, anche in mezzo al secolo, un brâhmano, un çramana,2



    un Vihâra vicino a Rajagriha, capitale del suo reame; un ricco mercante di Kosala, per nome Anâthapindadu, costruì un altro Vihâra a Srâvastî, sulla frontiera tra Kosala e il Magadha, nelle vicinanze di Benares.

  1. Praçnôttaramâlikâ.
  2. Çramana (Pali Samaria) è il nome buddhico corrispondente a brâhmana, o prete, dei buddhisti ortodossi. Çramana significava originariamente, nel linguaggio dei brâhmani, «un uomo che compie una dura penitenza» da Çram, «affaticarsi».